Aree operative e vandalismi: la lotta quotidiana del car sharing
Tra gli operatori del car sharing c’è chi ha annunciato da qualche mese l’espansione della propria area operativa (vedi DriveNow, che dal mese di marzo ha reso disponibile il servizio anche nel comune di San Donato Milanese); e chi, invece, si è visto costretto a fare un passo indietro.
L’allusione è a Share’ngo, alfiere della mobilità condivisa 100% elettrica, che ha reagito all’opera di alcuni vandali sui veicoli inseriti in flotta, dichiarando off-limits la frazione periferica di Saxa Rubra. E dire che proprio lì si innalza il Centro radiotelevisivo “Biagio Agnes” della RAI, da cui vengono trasmessi tutti i programmi della società nazionale.
Il grido d’allarme è rimbalzato attraverso i social. In un post pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale di Share’ngo il Town Manager Chicco Tagliaferri ha parlato di episodi al limite dell’incredibile, addirittura di “tetti bucati con un trapano“.
Già, perché vetri spaccati e gomme bucate non rappresentano una novità anche per gli altri player del settore. Da Enjoy, che negli anni ha dovuto fronteggiare, tra gli altri, la minaccia anarchica (ricordiamo che la società è di proprietà di ENI).
A Car2go, che a settembre del 2016 chiuse l’utilizzo della sua flotta di Smart per viaggi in regioni – evidentemente ritenute a rischio danneggiamenti e furti – quali Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia.
IL LEGAME TRA SHARE’NGO E LA CITTÀ DI ROMA
La decisione di Share’ngo, “dovuta solo all’intolleranza di quei pochi che danneggiano senza motivo non le nostre auto, ma tutta Roma, limitando un servizio utile ai suoi cittadini” (sono parole di Tagliaferri), non andrà in alcun modo a influire sulla strategia studiata dalla società per rispondere alle esigenze di chi deve muoversi nella Capitale.
È stato infatti annunciato per fine maggio 2018 l’ingresso in flotta di altre 200 unità, un incremento pari al 30% del parco circolante già oggi all’ombra del Cupolone, che raggiungerà così le 847 unità.
La piaga delle azioni vandaliche ai danni delle vetture di car sharing è purtroppo presente in altre città dove è attivo il servizio. A partire da Milano, che conta poco meno di 800 electric vehicles, ma dove Share’ngo si distingue per essere l’unico operatore a coprire l’intero territorio comunale.
Anche in questo caso Chicco Tagliaferri preferisce parlare di “bravate”, respingendo al mittente l’ipotesi di episodi commissionati/compiuti da lobby, quale, ad esempio, quella formata dai tassisti.
Leggi anche:
COME SI STANNO COMPORTANDO ALTRI PLAYER
Impossibile tuttavia non ricordare come, già nel luglio 2015 (quindi un anno e qualche mese dopo l’arrivo del servizio nella Capitale nel marzo 2014), Car2go avesse comunicato il taglio di alcune aree periferiche, incurante delle proteste degli iscritti.
I tratti interessati erano stati da Via Cortina D’Ampezzo al Tuscolano, da Primavalle a Roma 70, sino a toccare il tratto nord di Viale Jonio.
A queste limitazioni, due anni più tardi (settembre 2017), ne erano seguite altre, sempre rivolte a privilegiare le zone centrali della città. Si era inoltre aggiunta una “drop-off fee” di 1,90 euro per chi riconsegnava la smart nelle zone di Via Aurelia e nella parte meridionale della Capitale (dal PalaLottomatica a Via P. Stefanini/Corsi C. Levi).
Leggi anche: Il ruolo di Milano per la diffusione della cultura della mobilità condivisa
Share’ngo mostra comunque di non essere disposta ad arrendersi. È infatti legato a questa società il progetto di “car sharing di comunità” Weshare’ngo, che ruota intorno al costruendo quartiere Uptown a Milano.
Una riprova ulteriore che il capoluogo lombardo – con i suoi progetti di condivisione per mezzi a due e quattro ruote, con e senza motore – rappresenta davvero un benchmark a livello non solo nazionale nel campo della sharing mobility.