Le EV costano sempre di più, ma non ha senso
Le EV costano sempre di più, nonostante le batterie siano sempre più economiche. Ma perché? La risposta è semplice, ma le implicazioni sono gravi.
In questo articolo
I prezzi delle batterie sono diminuiti vertiginosamente negli ultimi dieci anni. Ma, se le batterie sono il componente più costoso di un veicolo elettrico (EV), perché non si sono ridotti anche i prezzi delle auto elettriche?
Nell’ottica di far diventare sempre più accessibili le auto elettrificato ad una platea sempre più ampia, soprattutto perché a breve saremo obbligati a guidarle, il prezzo dei veicoli elettrici, oggi, non ha nessun senso.
LE EV COSTANO IL 28% IN PIÙ
Dal 2012, il costo medio totale di una batteria EV è sceso di oltre l’80%, mentre il prezzo medio per l’acquisto di una nuova EV in Europa è passato dai 33.292 euro del 2011 ai 42.568 euro del 2021, pari ad un aumento del 28%. Negli Stati Uniti va anche peggio, l’aumentato è di oltre l’80%.
Il motivo principale della divergenza quasi perfetta tra i prezzi dei veicoli elettrici e delle batterie è che la maggior parte delle Case automobilistiche sta sviluppando modelli di veicoli elettrici di lusso prima di espandersi in veicoli più economici per il mercato di massa. La carenza di semiconduttori e la chiusura degli stabilimenti durante la pandemia hanno fatto il resto (di fatto è aumentato il prezzo di tutte le auto, sia a gas che elettriche).
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Profittabilità più che quantità
In generale si può dire quindi che le Case auto, a fronte di una decisa diminuzione del costo di produzione, hanno voluto puntare sulla profittabilità. Tesla e Volkswagen, inteso come Gruppo, sarebbero due esempi perfetti, soprattutto perché sono i due principali attori dell’elettrificazione, secondo Jato.
LA CINA LA PENSA DIVERSAMENTE
Anche gli analisti della società di consulenza britannica Jato Dynamics si sono accorti di questa difformità di mercato e hanno quindi elaborato uno studio prendendo in esame i costi al consumatore tra il 2011 e il 2021 in Europa (Germania, Francia, Regno Unito, Norvegia e Paesi Bassi), Stati Uniti e Cina.
I risultati, forse, non sorprendono: in Cina da 41.800 euro per un’auto elettrica nel 2011 (più o meno quello che paghiamo noi oggi), si è arrivati a 22.100 euro del 2021 (meno di quanto non spendessimo noi 11 anni fa). La diminuzione è stata del 47%.
Veicoli accessibili e incentivi all’acquisto
Le ragioni, lo sottolinea anche Jato, sono semplici: i costruttori asiatici si sono focalizzati soprattutto su veicoli con un prezzo popolare, accessibile ai più. Qui hanno avuto un forte impatto anche gli aiuti statali (e ovviamente parliamo della Cina, dato che sappiamo bene il percorso travagliato dell’ecobonus in Italia). Gli incentivi all’acquisto nel Paese asiatico, iniziati già nel 2010, seppur ridotti, sono in campo da ormai 12 anni e continueranno per tutto il 2022.
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IN ITALIA UN’ELETTRICA COSTA QUASI IL DOPPIO DI UNA TERMICA
Lo studio Jato proprio anche una fotografa dei prezzi nei vari Paesi europei rilevando la discrepanza tra quelli delle EV e delle termiche, prendendo in considerazione il periodo che va da gennaio a maggio 2021.
Purtroppo l’indagine ha un neo, ovvero non specifica il prezzo medio, ma emergerebbe che in Italia per una vettura a batteria si va a spendere circa il 42% in più rispetto a quella tradizionale.
In Francia e in Spagna il divario aumenta, arrivando al 45%; in Germania solo l’8%; nel Regno Unito il 51%; in Belgio il 92%; in Svezia il 78%.
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