Che senso hanno le smart road?
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L’Italia si è dimostrata uno dei Paesi più attenti agli ultimi sviluppi relativi all’evoluzione delle “strade intelligenti”, ma in altri Paesi le stoppano perché i costi sono alti e ci sono rischi per la sicurezza.
In questo articolo
Una smart road è, letteralmente, una strada intelligente, capace di interagire con i veicoli che la percorrono.
Qualche esempio concreto? Barriere spartitraffico che si illuminano in caso di incidente, gestione dinamica della segnaletica, comunicazione in tempo reale di informazioni su traffico, incidenti, meteo.
SMART ROAD, I CONTRO
Chi non vorrebbe gestire la mobilità in modo più razionale, grazie alla tecnologia?
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Ci sono però alcune difficoltà: i costi, la sicurezza. Ma anche la gestione dei dati (con i problemi di rispetto della privacy che ne conseguono) e il fatto che il parco auto non sempre è nuovo e connesso, quindi il dialogo con i mezzi non è scontato.
I COSTI
Partiamo dai costi: per problemi finanziari il governo del Regno Unito ha deciso di fare retromarcia sulla realizzazione delle cosiddette autostrade intelligenti, la decisione consentirà di risparmiare oltre 1 miliardo di sterline, cioè oltre un miliardo di euro.
Anche in Italia Anas ha investito circa 1 miliardo di euro nella futura Smart Mobility. Si tratta di investimenti che potrebbero avere ricadute positive, ma il costo iniziale è alto.
LA SICUREZZA
Il principale problema rilevato nelle smart road del Regno Unito è stato l’utilizzo delle corsie dinamiche. In effetti è utile che la strada possa essere flessibile: nei limiti di velocità, ad esempio.
Il problema è che alcuni incidenti mortali sono avvenuti proprio in occasione della temporanea trasformazione delle corsie di emergenza in corsie di traffico normale: gli automobilisti non sapevano dove fermarsi dopo che il loro veicolo si era bloccato.
Nel 2022 lo stesso governo britannico aveva già sospeso tutti i progetti per permettere la raccolta dei dati necessari a valutare la sicurezza delle smart road. Ora è arrivata la decisione di bloccare tutto, anche se il governo non ha escluso la possibilità di riprendere la loro costruzione in un prossimo futuro.
LA PRIVACY
l’Internet of Things consente una costante comunicazione tra la strada stessa e gli automobilisti. Questo scambio di dati, anche fra veicoli, può implicare considerazioni GDPR in quanto possono comportare il trattamento dei dati personali.
Si tratta di una notevole mole di dati (seppure anonimizzati) che riguardano percorsi effettuati, luoghi visitati, orari di permanenza fuori dalla propria abitazione, stile di guida, potenzialmente interessati a utilizzarli per fini statistici, commerciali, aziendali. La loro regolamentazione è ancora vaga. Da valutare anche l’impatto sulla cyber sicurezza.
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